Letta: due parole a proposito

— Lucio

A proposito di Enrico Letta, si leggono commenti e giudizi positivi che richiamano la “pulizia morale” del personaggio, ossia lo esaltano in una sorta di antitesi ad un altro esponente del quadro politico nazionale, Matteo Renzi, squallido e spregiudicato. Non sono erronee simili valutazioni, tuttavia sono ingenue, cioè superficiali, banali. La visione ingenua, idilliaca e idealista di una presunta, o pretesa, onestà sul terreno morale di soggetti che sono organici e complici in un sistema che è marcio e corrotto in sé, vale a dire è intrinsecamente un organismo malato e da abbattere, non sono mai riuscito a digerirla, è un’idea inaccettabile. È una tesi asserita oggi in riferimento ad uno come Enrico Letta, ma lo si affermava anche a proposito di “eminentissime” personalità quali, ad esempio, Aldo Moro e pochi altri leader di correnti della DC, ma che erano tutti elementi integranti, correi e conniventi di quel regime che si rese responsabile ed artefice morale di una serie di reati, di misfatti orrendi ed imperdonabili, di crimini perpetrati verso il Paese e la società italiana. È ciò che argomentò, a suo tempo, Pier Paolo Pasolini, che reclamava a gran voce, con notevole coraggio civile, di voler “processare i gerarchi DC”, in un articolo che risale, se non erro, al 1975. L’anno della sua scomparsa, prematura e tragica per tutti noi che avvertiamo la sua assenza e la sua attualità.

 

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