Ad Amburgo si mostra ancora una volta l’oppressione dello Stato

La Guerra inizia qui

Il G20 si è concluso  portando dei risultati politici effimeri e ingentissime proteste da parte del popolo tedesco. La riunione dei capi delle potenze mondiali, i 20 Grandi, durata dal 7 all’8 luglio, ha riscosso quasi una settimana di proteste contro la sua presenza ad Amburgo, subito ostacolate e represse dalla Bundespolizei e dall’esercito, ossia le braccia armate del tentacolare Stato della Repubblica Federale Tedesca.

La presenza dei black block, quest’organizzazione che fa sempre da capro espiatorio per le azioni oppressive dello Stato sulle manifestazioni, ha avuto il consueto benvenuto da parte delle forze per l’imposizione dell’ordine degli sfruttatori: l’esca per poter giustificare un’ingiustificabile risposta violenta alle manifestazioni fino a prima pacifiche. Addirittura, un razzo sarebbe partito dalla folla per colpire un elicottero della polizia, abbattendolo, e per quanto l’elicottero non possa essere caduto da solo, è ridicolo addossare le colpe al popolo manifestante, che non avrebbe potuto costruire un razzo fatto in casa e riuscire ad abbattere un mezzo militare. A rigor di logica, s’impone un’idea più «complottista»;  la fornitura del razzo è passata per mani istituzionali, poi, che siano infiltrati nelle contestazioni o la polizia in divisa ad averlo usato, ha un’importanza relativa: i resti di questo pezzo balistico non sono stati ritrovati, stando alla stampa ufficiale.

I cannoni ad acqua, però sono stati ben comprovati, più e più volte sulla pelle delle persone che partecipavano alla manifestazione, con picchi quasi insurrezionali, per la sopravvivenza stessa della contestazione allo Stato armato. Le percosse, le manganellate, i negozi divelti, ricordano i fatti di Torino di qualche settimana fa: non si sa stavolta se siano stati i poliziotti, l’esercito o il popolo a distruggere le proprietà sulle strade luogo della mobilitazione popolare, come non si sa il numero esatto delle vittime per il furore dell’esercito e della polizia, forse il numero, a vedere i ricoveri negli ospedali, rasenta il migliaio, mentre 213 sbirri al soldo dei borghesi sono stati feriti dall’esasperazione degli oppressi, quando i colleghi e loro stessi arrestavano 144 manifestanti, accerchiandone in piccoli gruppi e picchiandoli, privi di quella compassione che caratterizza l’essere umano.

Polizisten greifen an Schanze gezielt Journalisten an: „Ab jetzt gibt’s keine Pressefreiheit mehr, hau ab oder ins Krankenhaus“.

I poliziotti attaccano dei giornalisti mirando ad una barricata: «Da ora non c’è più alcuna libertà di stampa, altrimenti nell’ospedale».

— Compagno Emanuele

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