Il confine tra autocritica e auto-celebrazione appare molto labile nella recentissima intervista alla
sindaca senese e professoressa Nicoletta Fabio, comparsa su “La Nazione” del 31/05/2024 a firma
Pino di Blasio. Lei si autodefinisce “ipercritica” e dice di “pretendere molto da se stessa”, per poi
darsi un 6 e ½. Dice anche di essere stata una professoressa “generosa”, e dal mio punto di vista di
studente universitario fuorisede a Siena non posso che essere d’accordo: per quanto riguarda ciò che
concerne la mia categoria e la comunità studentesca universitaria senese in generale, 6 e ½ è un
voto decisamente eccessivo.
L’intervista principale in realtà a malapena accenna alle questioni legate all’università e ai suoi
studenti, alle quali è invece dedicata una sezione separata in taglio basso. Si apre invece con una
sezione personale, un tentativo di umanizzare la sindaca e avvicinarla al lettore che si trascina
durante tutta l’intervista. La prima colonna è quasi interamente dedicata a Nicoletta Fabio come
persona e come politica, un approccio che torna anche in chiusura con le ultime due domande. Solo
metà dell’articolo, dunque, entra nel merito del suo operato.
In questa prima colonna la sindaca, dopo essersi concessa questo (a mio avviso larghissimo) 6 e ½,
si propone come una donna conciliante e amante della mediazione ma all’occasione capace di
fermezza, rivendicando di aver “saputo dire anche dei no”. A quali “no” si riferisce? Uno, citato en
passant, è legato a delle non meglio precisate “questioni universitarie”. Gli altri invece sono no a
delle “richieste specifiche” che, ci tiene lei a specificare, “non riguardano l’allargamento della
giunta, un tema non all’ordine del giorno”.
Il no alle “questioni universitarie” viene approfondito nel sotto-articolo dedicato in taglio basso. Lì
la sindaca Fabio apre con una rivendicazione, che riporto integralmente: “abbiamo avuto il coraggio
di dire un ‘no’ come giunta, finalmente. All’Azienda Diritto allo Studio abbiamo comunicato che la
mensa universitaria in via Bandini non si poteva riprogettare. Era una scelta impraticabile e illogica,
quindi andava bloccata. Più complicato è stato trovare le soluzioni alternative”. A giudicare dalle
parole della sindaca, questo “no” è un no fieramente rivendicato, nel quale lei e la sua giunta
credono fermamente. Ovviamente, è l’ennesimo “no” che va interamente a danno della comunità
studentesca universitaria senese, sostanziosa pluralità (quasi 20.000 persone) costantemente
bistrattata, quando le va bene ignorata dalle giunte comunali cittadine. L’idea che riprogettare la
mensa Bandini sia una scelta impraticabile e illogica suona strana alle orecchie di noi studenti,
poiché subito ci sovviene la domanda “e allora come mai nel 2013 lo stabile è stata venduto al DSU
per oltre 3 milioni di euro, ben conoscendone le criticità strutturali?”. Questa domanda
probabilmente è destinata a rimanere senza risposta, tutt’al più considerando che l’amministrazione
è refrattaria al dialogo con le rappresentanze studentesche affidando alla stampa e liquidando in
poche righe questioni che meriterebbero di essere discusse a lungo all’interno degli organi
competenti e in tavoli dedicati. Purtroppo, invece, assistiamo a una riedizione del “tavolo trasporti”,
dove la componente studentesca è stata saltata a piè pari. Leggendo questo sotto-articolo si nota che
gli studenti e i loro rappresentanti non sono stati nemmeno nominati, a riprova che
l’amministrazione non li reputa dei validi interlocutori e agisce alle loro spalle, ignorandone le
necessità e le opinioni.
Dopo aver concluso la prima colonna e inaugurato quella centrale con una rassicurazione che lei
non ha modi dittatoriali e anzi talvolta deve lottare per farsi dare l’attenzione e il rispetto che merita,
un’altra captatio benevolentiae in cui spinge sul fatto di essere una donna in un mare di (squali)
uomini, finalmente la sindaca Fabio entra nel merito dei risultati della sua giunta. Si “dà un voto” su
sport, urbanistica, attività culturali, lavori pubblici e Biotecnopolo. Rivendica il salvataggio del
Robur Siena e del Siena Jazz e si vanta di avere un “filo diretto col governo”. Il resto sono vaghi
accenni a progetti in corso, molte mani avanti sull’impossibilità di prevedere il futuro e promesse.
In definitiva, questa intervista è stata più un’occasione di auto-promozione che una vera autocritica.
Le domande, molto concilianti, sembravano quasi preparate per permetterle di toccare ogni settore
in cui poteva vantare una vittoria, ma nessuna entrava nello specifico. Chissà se un’intervista più
incalzante sarebbe stata in grado di svelare qualcosa di più. Apprezzabile la lente sulla questione
mensa, ma niente di chiaro né certamente conclusivo. Ora, per una contropartita, sarebbe da sentire
cosa ha da dire in merito l’opposizione, a guida PD, anche se la risposta più attesa è senza dubbio
quella dei rappresentanti degli studenti
– CAS