Il golpe boliviano

TRA LA TRANSIZIONE AL SOCIALISMO MANCATA E L’IMPERIALISMO AMERICANO

Il golpe che è avvenuto in Bolivia ci consente di fare molte riflessioni sull’America Latina e l’esperienza del socialismo del XXI secolo.
Stiamo assistendo alla reazione rabbiosa degli yankee all’erosione della propria egemonia nel vecchio cortile di casa. Le proteste in Cile ed Ecuador, la vittoria dei peronisti di sinistra in Argentina, la liberazione di Lula in Brasile, l’eroica resistenza del Venezuela, di Cuba e del Nicaragua stanno creando non pochi problemi all’Impero.
Dato che il modello neoliberista non ha alcun tipo di fascino ideologico per le masse, se escludiamo il calcolo egoista come esaltato da Ayn Rand, premessa di una società talmente infernale che speriamo non possa mai realizzarsi su questo pianeta, può essere imposto solo con la forza.
Gli USA oggi sono un gigantesco cumulo di muscoli e bombe che può solamente con azioni terroristiche tenere in piedi l’ordine mondiale costruito nel secolo scorso ma nulla potrà realmente fare contro l’avanzata di questa fase policentrica del sistema-mondo capitalista.

La Bolivia di Morales ha tentato di sviluppare il paese usando le proprie risorse naturali, in primis il gas naturale ed il litio, sottoscrivendo accordi non solo con i paesi dell’ALBA ma soprattutto con Cina, Russia, Iran e Turchia, tutte nazioni che picconano ogni giorno il dominio del dollaro e di conseguenza degli USA nel mondo.
Chiaramente questo golpe ha una duplice valenza: scacciare la Cina e la Russia da un paese dell’America Latina e ostacolare questo processo di dedollarizzazione che incalza sempre più il dominio americano.

Lo strumento chiave usato dagli americani è la locale borghesia compradora rappresentata in questo frangente da Chamaco, sfidante di Morales alle ultime elezioni.
Sono scesi in piazza subito dopo la vittoria elettorale di Morales, picchiando militanti delle formazioni che hanno sostenuto il presidente, sindacalisti, intonando cori razzisti contro gli indios, sventolando la Bibbia come simbolo della propria crociata contro i “comunisti” al potere. Vendepatria, razzisti e classisti, con il loro carico di odio e con il sostegno delle Forze Armate hanno costretto Morales a dimettersi. Vediamo come evolverà la situazione nel paese e da parte nostra non possiamo che esprimere piena solidarietà al compagno Morales.

Luis Fernando Camacho, imprenditore e leader politico del golpe contro Evo Morales

Sfruttando le riflessioni del professor Luciano Vasapollo pubblicate su Contropiano, vorrei però sottolineare limiti e pregi dei governi Morales.
Sicuramente hanno ottenuto successi innegabili nel contrastare la povertà, nel ridare dignità al popolo boliviano e nel sostegno concreto ai ceti popolari ma siamo lontani dall’aver avviato una transizione al socialismo.
Morales ha preferito costruire un modello di capitalismo ben temperato, sostenuto dalla vendita delle materie prime sul mercato internazionale a prezzi eccezionalmente alti nel passato decennio, senza edificare le basi concrete per uscire dal capitalismo.
Questa è la grande occasione persa dal cosiddetto socialismo del XXI secolo, non aver spostato oltre il confronto serrato con la locale borghesia compradora e con il capitalismo periferico dei propri paesi.

O si cerca di superare concretamente il capitalismo o permane sempre il rischio di essere spazzati via dalla reazione. Non sono stati creati strumenti per superare la democrazia borghese e consentire alle masse di partecipare attivamente alla gestione dello Stato e delle attività economiche, elementi che permettono di solidificare le conquiste della transizione al socialismo, sia contro i suoi nemici che aldilà della permanenza al potere del gruppo dirigente di Evo Morales ed Alvaro Garcia Linera.
Inoltre non si è limitato il potere della borghesia compradora e se ne vedono le conseguenze.

Senza aver ripulito in profondità le gerarchie dell’esercito, questi, alla prima occasione, si sono rivoltati contro il governo di Morales, proprio come accadde ad Allende.
Questa è una delle differenze più importanti con il Venezuela, dove il chavismo nasce come patto civico-militare sin da subito, un movimento di liberazione nazionale contro una delle peggiori borghesie compradore del continente.
Le forze che in America Latina ambiscono al superamento di questo modello di capitalismo periferico non potranno che muoversi sul terreno della lotta di classe e del socialismo o saranno distrutte come è avvenuto in Ecuador, Brasile e Bolivia.

Come Collettivo “Le Gauche” esprimiamo piena solidarietà al compagno Evo Morales

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