di Mattia Tuccelli
Quest’articolo non ha la pretesa di riassumere la storia, a tratti contraddittoria, dei Wafflers e della New Left canadese che cercò, per un periodo temporale molto ristretto (meno di un decennio), di portare il partito socialdemocratico canadese su posizioni socialiste, ma vuole essere una riflessione su alcuni suoi successi parziali e su come possono essere d’esempio oggi.
Il sistema politico canadese dal secondo dopoguerra in poi, a livello federale, si è basato sul tripartitismo. Da una parte liberali e conservatori a scambiarsi il ruolo di governo e di opposizione ufficiale, dall’altra i socialdemocratici del Co-operative Commonwealth Federation (CCF) prima e del New Democratic Party (NDP) poi, a partire dagli anni ’60, relegati all’opposizione o, al limite, a fornire supporto esterno ai governi liberali. A livello delle singole province però la situazione cambia.
La provincia del Saskatchewan, ampiamente rurale con pochi centri urbani di limitate dimensioni, storicamente negli ultimi 80 anni ha visto l’alternanza democratica tra il CCF/NDP e un partito alla sua destra, a seconda del periodo i liberali, i conservatori o il Saskatchewan Party. Ossia, l’NDP per anni è stato il partito di governo naturale per la provincia canadese, con le sue radici che si ritrovano nel populismo agrario delle Praterie di primo novecento che converse nel CCF negli anni ’30.
Fatta questa brevissima e inevitabilmente parziale premessa, concentriamo l’attenzione sulla fine degli anni ’60. Dal vicino meridionale, gli Stati Uniti, arrivano gli echi della New Left in fasce, anche sottoforma di intellettuali come Joe Roberts, le lotte per i diritti civili nei neri aprono nuove riflessioni per la questione del Québec. Insieme ai sindacalisti dell’Ontario, unendo al radicalismo nell’opposizione alla guerra in Vietnam questi elementi compongono la base del Waffle Manifesto del 1969, favorevole alla trasformazione in senso socialista dell’economia canadese e alla lotta contro il capitale statunitense. Per raggiungere quest’obiettivo la strategia adottata fu quella di fare entrismo nell’unico partito non borghese sulla scena politica canadese, l’NDP.
Nel caso specifico del Saskatchewan, per lo più agricolo ma non privo di risorse naturali, i Wafflers in breve riuscirono a ottenere il supporto di circa un quarto dell’NDP locale. Così facendo, attraverso la pressione esercitata a sinistra ma dall’interno del partito, quando l’NDP vinse le elezioni del Saskatchwean nel 1971 le posizioni dei Wafflers erano da tenere in considerazione, sebbene contassero un solo eletto nell’assemblea provinciale, John Richards.
Nel dettaglio, due casi furono, non senza criticità, portati a termine: la Land Bank (“banca della terra”) e la nazionalizzazione del petrolio.
La prima politica, la Land Bank, come idea e proposta ha origine negli anni ’30. Fondamentalmente, l’idea è che si possa salvare i contadini dagli espropri della terra da parte dei creditori socializzando la terra a quest’istituzione statale, la quale avrebbe affittato la terra ai contadini a un tasso molto vantaggioso, garantendone la stabilità sia nel senso reddituale sia come garanzia dagli sfratti.
Il governo dell’NDP di Allan Blakeney con il Land Bank Act of 1972 riuscì a riportare in auge l’idea e a farla approvare. La legge prevedeva che l’associazione degli agricoltori al progetto fosse su base volontaria, e, per la rabbia dei Wafflers, anche la possibilità di acquistare la terra, andando quindi a ricreare la situazione di instabilità dei prezzi che aveva scontentato Don Mitchell, il rappresentante della Farmer’s Unione aderente al Waffle1.
Nel 1973 venne invece creata la Sask.Oil, una crown corporation, ossia l’impresa pubblica col monopolio dell’estrazione del petrolio in Saskatchewan2.
Entrambi i progetti non durarono che un decennio. Nel 1982 i Progressives Conservatories vinsero le elezioni scalzando l’NDP, privatizzando la Sask.Oil, e mettendo fine alla Land Bank. I Wafflers del Saskatchewan sempre nel 1973, dopo che i loro compagni dell’Ontario erano stati purgati a causa del loro attivismo per la formazione di sindacati canadesi (rompendo quindi il legame coi loro omologhi statunitensi) e delusi da incisività riformista percepita come insufficiente, lasciarono l’NDP, cessando di avere un peso politico3.
Cosa rimane dell’esperienza dei Wafflers del Saskatchewan? Rimangono diversi punti.
Le origini dei Wafflers stanno nel Committee for a Socialist Movement formatosi a Regina nel 1966, nonostante non abbia mai contato più di duecento membri aggruppando intellettuali disponibili ad analizzare la società in cui si muovevano, i suoi problemi, e offrendole delle soluzioni, riuscì ad attirare su di sé un discreto consenso anche a livello federale. La convention dell’NDP del 1971 vide infatti ben un terzo dei delegati supportare la candidatura del Waffle alla guida del partito. In combinazione con l’ondata rivoluzionaria studentesca che aveva nei campus universitari le proprie sedi di diffusione, l’indirizzamento degli intellettuali si unì alle richieste economiche degli agricoltori e dei loro sindacati, creando quindi un blocco sociale, studenti-intellettuali e agricoltori sindacalizzati, con una serie di richieste sufficientemente popolari nella società, tali da riuscire a influenzare una parte dell’NDP locale e a tradurre in pratica una parte di queste richieste. Sebbene non riuscirono a trasformare l’NDP in un partito socialista capace di creare l’Indipendent Socialist Canada di cui si parla nel Manifesto Waffle, le riforme che fecero approvare e che resistettero alla loro scomparsa fino alla salita al potere della destra neoliberale dimostrano la capacità, in un contesto liberaldemocratico occidentale, per una forza politica socialista, di infiltrarsi nella politica mainstream e da tale base riuscire poi a incidere effettivamente nella vita della classe lavoratrice.
Nonostante le contraddizioni e le criticità, il processo politico entrista mostrò dunque una maggiore efficacia rispetto alla nicchia del micropartito puro, qualora il partito socialdemocratico maggioritario ospitante la fazione socialista sia disponibile alla collaborazione, come nel caso visto velocemente del Saskatchewan, mentre nel caso dell’Ontario lo scontro diretto contro l’establishment sindacale dell’NDP locale portò all’esclusione. Dunque, che fare? L’adattabilità della tattica nelle giuste condizioni può effettivamente portare risultati non ottenibili in altro modo. La sopravvivenza delle conquiste ottenute dipendono a loro volta dalla sopravvivenza del movimento politico interno, pena la cancellazione da parte della borghesia alla prima occasione.
In conclusione, lo sviluppo politico della storia del movimento socialista dimostra la possibilità di diverse opzioni, da scegliere accuratamente in base al contesto reale.