STATI UNITI BOMBARDANO BASE SIRIANA: E’ una violazione dei diritti di uno stato sovrano. L’ISIS esulta.

photo_2017-04-13_19-50-53
59 scie luminose attraversano la notte del deserto siriano, ma non sono stelle comete come si racconta di 2000 anni fa, ma missili Tomahawk diretti a colpire la base governativa siriana di Sharyat. La prima azione diretta d’aggressione del governo siriano perpetrata dagli Stati Uniti in sei anni di guerra di paravento attraverso il ‘sedicente’ califfato islamico, come viene definito da tantissimo tempo dai nostri giornalisti. E’ un doppio caso di disinformazione e di pretesto per un’azione da protagonisti in Siria: Trump dichiara di voler vendicare l’attacco chimico attribuito ad Assad, un “crimine di guerra”, e dimostra la varietà della democrazia americana: due partiti della medesima corrente, imperialisti, guerrafondai e liberali. Ma andiamo con ordine.
Il 5 aprile la città di Idlib è stata flagellata da delle bombe chimiche che hanno ridotto la popolazione civile a orribili sofferenze per i gas nervini, tuttavia, pur non essendo a conoscenza dei reperti, esaminati da un team israeliano, si è subito accusato Assad di averla gettata per sgominare una base di quei fantomatici ribelli moderati, che altro non sono una frangia dell’Isis. Il fatto è che nel 2011 l’intero arsenale chimico siriano è stato ceduto alle autorità dell’Onu , e reso innocuo al largo dalle coste siriane, scomponendo i borati dal cloro sulle navi militari statunitensi in stanza nel Mediterraneo, a quanto affermano, con successo. Le scorie delle bombe chimiche esplose a Idlib, però, sono state controllate dal governo israeliano, il cui dicastero della Sanità aveva emesso, in un rapporto pubblicato dal sito del ministero israeliano subito censurato, che erano di fabbricazione statunitense . Per vendicare quei bambini morti per le proprie bombe chimiche, in un palese casus belli , il Presidente degli Stati Uniti d’America ha fatto bombardare quella base, già evacuata da Mosca, avvertita con strettissimo anticipo dell’imminente attacco, di cui solo 23 missili hanno centrato il bersaglio, mentre gli altri 36 sono finiti sulla città circostante, uccidendo 11 persone, di cui 7 militari e 4 civili, di cui a loro volta 2 bambini, secondo l’agenzia di stampa Novosti. E l’ISIS esulta.
Quella base di Sharyat, una piccola base, di per sè secondaria, tra Damasco e Aleppo, ha avuto quindi la distruzione di qualche MiG in riparazione e di diverse apparecchiature radar, era stata decisiva per la liberazione di Palmira e la stessa Aleppo; infatti, nonostante le dimensioni esigue, ha un forte valore strategico per la difesa della Repubblica Araba di Siria dalle mire espansionistiche statunitensi, che con questo attacco hanno confermato di non voler combattere il Califfato , ma di aver provocato questa situazione d’instabilità in Siria per potersi accaparrare gli ultimi pozzi di petrolio in Medio Oriente che non siano difesi dall’atomica. Washington non aveva calcolato però l’efficace ed eroica resistenza del popolo siriano e dell’imperialismo russo, che a sua volta intende mantenere i rapporti con una Siria amica.
Nel frattempo ogni Stato occidentale ha espresso il proprio supporto nell’azione offensiva di Trump , dichiarando ipocritamente che la causa dell’attacco fosse stato lo stesso Assad (Hollande e Merkel), che era ora s’intervenisse in Siria per l’inserimento di una zona a spazio aereo interdetto (Erdogan e Nyetanhau), ‘che si dovesse combattere il terrorismo (Gentiloni e May), mentre il Giappone di Shinzo Abe si dichiara favorevole all’offensiva americana, e l’Iran appoggia invece la Siria, affermando che l’azione è una violazione dei diritti internazionali di uno stato sovrano. L’Australia e l’Arabia saudita si schierano da parte americana. Intanto la Russia muove la propria flotta accanto alle navi statunitensi nel Mediterraneo, e invia ingenti forze per incrementare la difesa aerea dell’antica Assiria. Si muovono cauti i vecchi sostenitori dei repubblicani di Trump, Marine LePen e Salvini si discostano dall’azione “da gendarme del mondo”, che nella campagna elettorale aveva dissuaso gli americani. Nyetanhau afferma inoltre che l’azione è anche un deterrente per Phongyan e Teheran, che rispondono freddamente di non voler lasciare gli Yankees inpuniti in caso di attacco.
La Russia è gelida con l’inquilino della Casa Bianca, il Ministro degli esteri Lavrov condanna aspramente il bombardamento americano, e, sebbene le intimidazioni da Francia e Italia di considerare l’attacco un modo per sedersi al tavolo delle trattative, Mosca afferma candidamente che le trattative vengono così allontanate in quanto si pone una situazione di disparità, da parte di uno stato invasore quali sono oggi gli Stati Uniti. «Ripeto, le forze armate russe di stanza in Siria si trovano nel Paese legittimamente dal punto di vista del diritto internazionale, dal momento che c’è una richiesta delle legittime autorità siriane. L’obiettivo principale è quello di aiutare le forze armate siriane nella lotta contro il terrorismo. E’ scontato il fatto che non sappiamo gli obiettivi che persegue Washington, prendendo queste decisioni sui raid, ma è chiaro che i loro bombardamenti fanno il gioco di ISIS, Al-Nusra e di altre organizzazioni terroristiche . In questo senso possiamo esprimere il nostro rammarico,» — ha dichiarato ai giornalisti Peskov, il portavoce del Kremlino, rispondendo se le azioni degli Stati Uniti possano rafforzare le azioni degli islamisti o possano provocare un rafforzamento della presenza militare russa.
La stessa Federazione Russa, non intendendo procedere in un escalation militare, ha convocato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma il Presidente Putin conclude: “E’ stata una Pearl Harbour in chiave americana”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *